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Cooperazione allo sviluppo. Chiese critiche dopo la conferenza Onu in Etiopia

Ban Ki Moon considera un «grande passo verso la costruzione di un mondo di prosperità e dignità per tutti» il documento prodotto dopo mesi di negoziazione dalla terza Conferenza internazionale delle Nazioni Unite (Onu) sul finanziamento per lo sviluppo, tenutasi a Addis Abeba, Etiopia, dal 13 al 16 luglio. L’Addis Abeba Action Agenda (Aaaa) è il primo documento adottato sulla nuova cooperazione internazionale, in attesa di discutere di sviluppo sostenibile il prossimo settembre a New York e di clima, a dicembre a Parigi (Cop21).

Non sono invece dello stesso parere le chiese, che a margine della Conferenza internazionale si sono riunite in una conferenza dei rappresentanti delle comunità di fede africane, tra le quali anche chiese membro del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec). Al documento adottato dal vertice Onu mancherebbero alcune parole chiave ritenute essenziali per raggiungere una più giusta economia globale: rispetto per le risorse, relazioni internazionali paritarie, una politica equa di tassazione internazionale garantita da un’istituzione intergovernativa, un’azione decisa contro l’evasione fiscale e i paradisi fiscali, una ristrutturazione dei debiti degli stati, sono i punti principali assenti nel documento.

Il pastore Nicta Lubaale, segretario generale dell’Organizzazione delle chiese africane indipendenti, ha dichiarato che «il messaggio chiave delle comunità di fede africane è il rispetto per le risorse dell’Africa. L’Africa è un posto benedetto dall’abbondanza di risorse – ha proseguito Lubaale -, una ricchezza che è stata storicamente espropriata da altre società attraverso schiavismo, colonizzazione, ingiustizie economiche e flussi finanziari illeciti». La dichiarazione congiunta, sottoscritta da numerosi organismi ecclesiastici, tra cui la Conferenza di chiese di tutta l’Africa (Ceta), propone infine un «deciso cambiamento nelle relazioni internazionali basato sul riconoscimento dell’appartenenza alla comune umanità».

Della stessa opinione è l’agenzia umanitaria ecumenica Action by Churches Together (Act Alliance) che in un comunicato stampa parla di «risultato deludente» del vertice Onu, il cui documento «non prevede che lo sviluppo finanziario prossimo sia orientato per le persone e per la salvaguardia dell’ambiente». «Il documento non risponde alle sfide che oggi affronta la maggioranza della popolazione mondiale, specialmente di chi vive in povertà e in stato di vulnerabilità – ha dichiarato infatti John Nduna, segretario generale di Act Alliance -. La conferenza ha perso l’opportunità di affrontare le ingiustizie strutturali dell’attuale sistema economico».

Foto “Addis churchill” di Mattias Kiel Nielsen – photo. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons.