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Coppie interreligiose e matrimonio. La legge è uguale per tutti?

La pastora battista Gabriela Lio, presidente della Federazione delle donne evangeliche in Italia (Fdei), ha partecipato alla presentazione del volume “Famiglie e Religioni. Dai matrimoni interfede all’educazione dei figli: come cambia l’Italia di oggi”.

Allacciandosi alle considerazioni dei relatori, la pastora è intervenuta su due questioni. La prima, sul fatto che non abbiamo dei dati statistici certi, e che molte coppie miste si sposano solo in Comune e non fanno i matrimoni interreligiosi.

«Questo dipende dalla situazione molto svantaggiata di alcune religioni presenti in Italia, che non hanno un’intesa con lo Stato – ha detto la pastora Lio –. Quindi, anche per quanto riguarda i matrimoni misti, manca la parità dei diritti, nonostante ci troviamo in uno Stato interreligioso».

Il secondo aspetto riguarda le persone senza cittadinanza che, dice ancora la pastora, «non figurano, anche se sono da tantissimi anni in Italia e quindi potrebbero essere cittadini e cittadine italiani. Se fossero riconosciuti tali, la legge italiana sarebbe applicabile anche nei matrimoni misti fra persone di religione diversa. Invece allo stato attuale trovano difficoltà, perché devono presentare dei documenti da produrre nel proprio paese di origine, dove questi documenti sono vincolati, ancora oggi, a una posizione misogina e patriarcale dei rapporti. In Algeria, ad esempio, per sposarsi occorre chiedere l’autorizzazione a celebrare il matrimonio al padre e, nel caso in cui il padre non esista più, al fratello. Se non c’è il fratello, al cognato. Quindi queste situazioni calpestano il diritto della persona a poter celebrare un matrimonio, sia laico che religioso».

Il libro affronta diversi temi, dagli aspetti religiosi ai dati statistici, alle testimonianze. Su queste, commenta ancora Gabriela Lio, «Molti si sono concentrati su testimonianze di matrimoni misti in modo positivo. Come hanno educato i figli, il rapporto con la propria fede e con le diversità, anche celebrate in famiglia. Il rispetto della fede dell’altro, dell’altra. Tuttavia, in Italia manca una legge sulla libertà religiosa e non ci sono intese con alcune espressioni religiose presenti nel Paese – anche rilevanti numericamente, come l’Islam. Dietro a questa situazione, rappresentata così felice (posto che è giusto si presentino realtà interessanti e funzionali di coppie interconfessionali), c’è in realtà una grande sofferenza. Sofferenza per la mancanza di libertà e per l’impossibilità di potersi sposare come si vorrebbe e di esprimersi liberamente con la propria fede, anche nel matrimonio. Per non parlare del fenomeno dei bambini contesi».

Il libro “Famiglie e Religioni. Dai matrimoni interfede all’educazione dei figli: come cambia l’Italia di oggi” è a cura di Maria Rosa Ardizzone, Francesca Baldini, Romana Bogliaccino (Palombi Editori, 2022). È stato presentato lo scorso 7 febbraio presso l’Università LUMSA a Roma. Il progetto editoriale nasce dall’incontro tra la Fondazione Beato Federico Ozanam – San Vincenzo De Paoli (Ente Morale Onlus) con la rete Donne di Fede in Dialogo di Religions for Peace Italia e «dal comune desiderio di indagare come cambia la famiglia di oggi alla luce di una società globalizzata e quanto la presenza di diverse religioni possa incidere sulle unioni matrimoniali e di conseguenza sull’educazione dei figli» si legge nell’invito alla presentazione. E ancora: «Il libro ha intento divulgativo e mira ad indagare, attraverso contributi di natura sociologica, pedagogica e giuridica, cause ed effetti di un mutamento sociale legato alla famiglia. La ricerca è arricchita della visione delle religioni, con i contributi dei rappresentanti religiosi, che offrono un punto di vista davvero unico su limiti ed opportunità dei matrimoni interfede. Il volume comprende anche le testimonianze dirette di coppie che vivono un matrimonio interconfessionale e di figli nati all’interno di matrimoni interreligiosi».

Da Nev-Notizie Evangeliche

Foto di Fancy Crave – Unsplash