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“Date a Cesare quel che è di Cesare”

Chiunque frequenti il pinerolese ci è passato davanti. La rotonda dove in bella vista c’è un aereo militare e diversi altri mezzi parcheggiati in un largo campo ai bordi della strada: un deposito di mezzi militari e non solo. Si parla di 10 milioni di presunta evasione fiscale, il sequestro di 7 proprietà immobiliari, 23 appezzamenti di terreno, diverse auto di lusso e il blocco di 14 conti correnti. Un caso esemplare che fotografa bene la situazione del nostro paese. Secondo le fonti Osce, l’Italia ha un pressione fiscale in linea con gli altri paesi europei pari a circa il 42,9% nel 2011. Eppure l’antica parola biblica «Date a Cesare quel che è di Cesare» è probabilmente, a fronte della cristianità dichiarata, la più disattesa.

Si parla, secondo diverse fonti governative e internazionali, di un’ evasione di circa 160-180 miliardi di euro all’anno, pari a circa l’11% del Pil del 2013 calcolato in 1560 miliardi. Circa un anno fa i proprietari del deposito si sono resi protagonisti nel movimento dei forconi, che protestava, tra le altre cose anche contro l’aumento delle tasse. L’evasione fiscale è probabilmente la malattia più grave del nostro paese e anche se in maniera diversa riguarda tutti: dagli scontrini non battuti, alle ricevute non fatte, ai conti all’estero, alle aziende fantasma e ai pagamenti in nero. Ma dai dati del fisco la questione non riguarda tutto il paese allo stesso modo: il 27% dei 41 milioni circa di contribuenti dichiara poco o nulla. Mentre solo l’1,83% dichiara almeno un reddito tra i 70mila e i 100mila euro annui. Solo 3641 dichiarano più di 500mila euro, che sono l’equivalente dell’assemblea annuale di Confindustria.

Negli anni dal 2000 al 2012 il fisco italiano ha accumulato circa 807 miliardi di euro. La guardia di finanza nello stesso periodo ne ha recuperati poco più di 69. Attualmente il governo parla di successo quando presume di recuperarne un paio in più nel prossimo anno. Meno del 1% dell’evasione annua. Eppure non tutti evadono allo stesso modo: secondo un’indagine anonima di Banca d’Italia i circa 4,3 milioni di lavoratori autonomi/imprenditori, hanno un reddito medio pro capite di 27mila euro che però nelle dichiarazioni di reddito ai fini Isee diventano improvvisamente (perché non più anonime) circa 14mila. A fronte dei 13 milioni di pensionati e 16 milioni di lavoratori dipendenti che in entrambi i casi non possono fare altro che dichiarare rispettivamente 11mila e 14 mila euro di reddito medio. Come dire: le tasse, in Italia, le paga chi non può farne a meno. Gli studi di settore sono ormai uno strumento arbitrario e inefficace creato dal Governo per recuperare da alcune categorie parte dell’evaso, creando situazioni paradossali e confessando nei fatti la propria incapacità. Rubare al proprio paese, e agli altri cittadini, pretendendo servizi e diritti in cambio sembra restare però il tratto caratteristico dell’essere italiano. Fino arrivare al paradosso di coloro che dichiarando poco o nulla hanno anche delle agevolazioni sociali per i redditi bassi, sottraendo servizi a chi davvero ne avrebbe bisogno.

Eppure nessun partito politico ha fatto finora della lotta all’evasione fiscale la sua priorità. I recenti governi hanno riempito le pagine dei giornali per mesi per discutere sui 4 miliardi dell’Imu ma nessuno ha messo in atto alcuni dei provvedimenti che porterebbero ad un deciso aumento del gettito fiscale. In Corea del Sud, ad esempio, hanno messo un tetto all’uso del contante, poi hanno concesso uno sconto fiscale fino a 4200 dollari o al 20% del reddito ai titolari di carta di credito che conservavano gli scontrini. Allo stesso tempo hanno abbassato del 2% l’Iva a chi utilizza il Pos. In pochi anni il gettito fiscale riconducibile ai pagamenti tracciati è passato dal 30 al 60% del totale. Il caso coreano è stato studiato e in Italia recuperare quei 5 punti di sommerso equivale a 20 miliardi in più. Un diverso rapporto con la cosa pubblica e un senso di responsabilità individuale sono alla base di uno stato civile. Il rapporto che abbiamo con Dio, diretto, senza mediazioni, senza compravendite è alla base del rapporto che abbiamo con Cesare: trasparente, partecipato basato come ogni patto sulla reciproca fiducia.

Fonti:
Corte dei Conti: Valutazioni sul fenomeno dell’evasione fiscale e sul sistema informativo dell’anagrafe tributaria ai fini del suo contrasto inhttp://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/chi_siamo/audizioni/12_12_luglio_2012_sintesi_audizione_presidente.pdf.
Algebris Investments, L’Italia: problemi, conseguenze e raccomandazioni. London, Algebris Investements, 2012
Agenzia delle entrate, Prevenzione e contrasto all’evasione-indirizzi operativi maggio 2012 in www.agenziaentrate.gov.it/wps/wcw7
Banca d’Italia, Il costo sociale degli strumenti di pagamento in Italia, novembre 2012, http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/temist/costo-sociale/testo.pdf
Stefano Liviadotti, Ladri, gli evasori e i politici che li proteggono, Bompiani, 2014
Foto: “Euro coins and banknotes” di Avij (Discussione · contributi) – Opera propria. Con licenza Public domain tramite Wikimedia Commons.