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Ebrei italiani: via il nome di Vittorio Emanuele III da strade e palazzi

Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, torna sulla questione dell’accoglienza nel nostro paese delle spoglie dell’ex re d’Italia Vittorio Emanuele III e della consorte Elena di Montenegro, che tanto ha fatto parlare nelle settimane scorse.

Lo fa con una lettera inviata al ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini volta ad esprimere «profonda costernazione» per il rientro delle salme e al contempo sposta l’accento sul «purtroppo ancora oggi lungo elenco di scuole e di biblioteche pubbliche dedicate dagli italiani al re che li abbandonò al loro destino: valga per tutti l’esempio della Biblioteca Nazionale di Napoli, biblioteca pubblica statale, terza per importanza tra le biblioteche italiane, e che dipende dalla Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali».

Due anni fa, a seguito del dibattito che si alimentò negli Stati Uniti attorno all’opportunità o meno di togliere dagli edifici pubblici la bandiera confederata, retaggio dei tempi dello schiavismo e della guerra fratricida, pubblicammo su Riforma un articolo del pastore di Palermo Peter Ciaccio che mostrava il parallelismo con le vie e le piazze in Italia dedicate a Vittorio Emanuele III. Nei giorni scorsi lo abbiamo riproposto e potete leggerlo qui, e ora le parole di Di Segni evidenziano esattamente la stessa problematica.

La missiva della presidente Ucei prosegue con un appello: «Signor Ministro, mi rivolgo a Lei a nome di tutte le Comunità ebraiche in Italia, sapendo di trovare nella Sua persona quei valori e quelle speranze che scaturirono dalla Resistenza, che da sole permisero la rinascita della nostra Patria, del nostro Paese e per la cui vittoria i nostri nonni e padri, assieme a molti soldati stranieri, sacrificarono anche la vita, … ringraziandola per quanto vorrà fare per avviare un processo per il cambio delle denominazioni».

Come ricorda il sito Moked «la figura di Vittorio Emanuele III sarà tra l’altro al centro de “Il processo”, rappresentazione teatrale promossa dall’Ucei che andrà in scena all’Auditorium Parco della Musica la sera del 18 gennaio.

Tra i protagonisti il procuratore militare Marco De Paolis nel ruolo di pubblico ministero, l’avvocato Umberto Ambrosoli nei panni del re Vittorio Emanuele III, l’avvocato Giorgio Sacerdoti che sarà la parte civile. La corte sarà invece composta dall’avvocato Paola Severino, dal consigliere del CSM Rosario Spina e dal magistrato Giuseppe Ayala. Tra i tanti testimoni illustri Piera Levi Montalcini, nipote del Premio Nobel Rita; Federico Carli, nipote di Guido; Anita Garibaldi, in rappresentanza del padre, il parlamentare e antifascista Ezio Garibaldi; Carla Perugia Della Rocca, che visse in prima persona le discriminazioni. Interverranno inoltre i giornalisti Maurizio Molinari e Lorenzo Del Boca oltre al professore di economia Enrico Giovannini e agli avvocati Matias Manco e Giovanni Rucellai.Un’occasione unica per riflettere, con giuristi ed esperti di diritto ai più alti livelli, sulle responsabilità individuali e collettive dell’infamia delle leggi razziali, a 80 anni dalla loro promulgazione.