Eresie di ieri e eresie di oggi. Domani il convegno

Appuntamento domani pomeriggio 3 febbraio a Torre Pellice (To)

 

Nella storia singoli e correnti filosofiche o teologiche, personalità e movimenti, sono stati definiti eretici. I valdesi, apparsi a Lione nel XII secolo, con altri gruppi come i patarini, gli arnaldisti, i catari, i lollardi, gli hussiti, le beghine, i templari… fino, in epoca più recente, i modernisti, così sono stati classificati. Queste esistenze dall’identità molteplice, tuttavia, non si sono mai definite tali. Lo sono diventate senza volerlo, nominate da chi temeva uno sconvolgimento nell’ordine sociale esistente.

Eresia, in greco significa scelta, inclinazione verso qualcosa, proposta, una figurazione che evoca la responsabilità personale dopo una profonda riflessione di coscienza. L’eresia attraversa la storia della Chiesa, in primo luogo cattolica, ma non risparmia neanche il mondo protestante, nell’opporsi fra dogmi, concezioni teologiche e proposte ecclesiali che secondo i vertici ecclesiastici tradivano la verità difesa dall’istituzione.

Dai movimenti ereticali medievali alla Riforma protestante del XVI secolo, dalle rivoluzioni del Settecento alle scomuniche del Novecento, come quella di Pio IX verso tutti i politici cattolici. Considerare qualcuno o qualcosa inquinato da eresia significa non accettare una divergenza di idee, teorie scientifiche o verità teologiche, nonché costumi di vita considerati illegittimi. L’eresia di ieri apparve prima dello stato di diritto, in cui la Legge regola, attraverso un Patto sociale, la convivenza civile. L’Inquisizione, istituita nel 1592 con il Sant’Uffizio da papa Paolo III (Alessandro Farnese), colpì almeno due migliaia di persone. Abolita nel 1859, lasciò la sua impronta culturale nel modo di giudicare la diversità sociale.

Se nel passato, in primo luogo, l’eresia era di carattere prettamente religioso e legata alla dissidenza dentro e fuori il mondo cattolico, oggi possiamo ancora riconoscerne l’impronta, anche se, forse, con nomi diversi? Il concetto di eresia ha assunto, nel corso dei secoli, significati diversi, che si sono sovrapposti, fino a oggi, diventato persino un marchio di abbigliamento (Heresis)!

In particolare, l’Europa del Novecento e del nuovo secolo, con la crescita di diversi movimenti sociali, di violenza politica, stragismo fino alle migrazioni attuali, presenta società spaccate in cui la dialettica fra maggioranze e opposizioni, fra visioni opposte del vivere insieme, sono reciprocamente invalidate (anche con fake news), spesso criminalizzate. In modo consapevole o meno si sta diffondendo un modo di pensare a senso unico, basato sullo schema amico-nemico, in cui quest’ultimo sembra corrispondere all’eretico di un tempo. Questo restare dentro una polarizzazione di ragionamento, sollecitata e modellata da talk show che ricercano audience attraverso la rissa, nega la complessità di un mondo spiegabile soltanto con categorie interpretative che si allarghino alla rete delle variabili, delle possibilità e della pluralità di cause.

In questo contesto, ci sembra utile, proprio all’esordio di un anno – il 2024 – che intende ricordare gli 850 anni del movimento valdese, proporre una riflessione in merito, che sappiamo non facile, ma necessaria per mantenere chiarezza di pensiero e onestà di giudizio. Eresia, ha affermato il grande storico medievista Gioacchino Volpe, è un «moto di cultura» perché implica che ognuno impari a leggere i fatti mettendoli in relazione alla propria coscienza, a cosa possiamo riferirlo nel presente?

La data dell’evento Eresie di ieri, eresie di oggi sarà sabato 3 febbraio 2024 dalle ore 15,30 alle 19,30 presso la Biblioteca antica della Casa valdese a Torre Pellice.

Il convegno sarà articolato in due sessioni con inizio alle ore 15,30 e conclusione alle 19,30.

Prima sessione, dopo i saluti istituzionali interverranno: Marina Benedetti (Università degli Studi di Milano); Anna Benvenuti (Università degli Studi di Firenze); Francesco Mores (Università degli Studi di Milano). Modera Bruna Peyrot Pres. Fondazione Centro culturale valdese

Seconda sessione: Pietro Polito (Centro Studi Piero Gobetti); Federico Vercellone (Università degli Studi di Torino); Stefano Tallia (Pres. Ordine dei giornalisti del Piemonte). Modera Davide Rosso Dir. Fondazione Centro culturale valdese

Info: bookshop@fondazionevaldese.org