Eurodiaconia: aumenta la povertà energetica in Europa

Un nuovo documento illustra come gli elevati prezzi dell’energia e gli edifici inefficienti stiano spingendo sempre più persone verso la povertà e propone riforme concrete

 

Un nuovo documento programmatico illustra come gli elevati prezzi dell’energia e gli edifici inefficienti stiano spingendo sempre più persone verso la povertà e propone riforme concrete.

Nel suo ultimo documento programmatico, la rete Eurodiaconia, che raggruppa decine di organizzazioni sociali legate alle chiese protestanti europee, compresa la Diaconia valdese, traccia un quadro allarmante: la povertà energetica è peggiorata significativamente a causa della crisi del costo della vita. Secondo un’indagine condotta congiuntamente con Caritas Europa, entro la fine del 2022 il 40% in più di persone aveva chiesto aiuto alle organizzazioni affiliate, molte per la prima volta, secondo il comunicato stampa.

 

Il rapporto definisce il problema principale come una situazione in cui le famiglie «non hanno accesso ai servizi energetici essenziali» e in cui bollette elevate mettono a repentaglio la loro salute e il loro tenore di vita. Eurodiaconia utilizza questa formulazione tratta da una raccomandazione della Commissione Europea del 2020. Una definizione più tecnicamente dettagliata è inclusa nella Direttiva sull’efficienza energetica del 2023, che cita come cause combinate l’inaccessibilità economica, i bassi redditi, i costi elevati e la scarsa qualità dell’involucro edilizio. Secondo il rapporto, nel 2022 il 9,3% della popolazione dell’UE non era in grado di riscaldare adeguatamente le proprie abitazioni, con un aumento di 2,4 punti percentuali rispetto all’anno precedente; quasi il 7% era in arretrato con i fornitori di elettricità e gas. 

 

Genitori single, anziani, persone con disabilità e rifugiati sono particolarmente colpiti. Le famiglie nella fascia di reddito più bassa hanno dovuto affrontare aumenti dei prezzi pari a un quinto della loro spesa totale, mentre le più ricche solo del 13%, secondo il rapporto. Le organizzazioni membri stanno rispondendo in tutta Europa: Diakonie Austria fornisce alle famiglie bisognose il 10% di energia solare gratuita attraverso una rete energetica solidale. Nei Paesi Bassi, il progetto SchuldHulpMaatje utilizza l’analisi dei dati per identificare situazioni particolarmente a rischio e fornisce supporto mirato alle persone colpite. La Diakonie tedesca ha avviato progetti che vanno dalle mense popolari alle consulenze energetiche. Tuttavia, secondo Eurodiaconia, l’inflazione e i prezzi dell’energia stanno mettendo in difficoltà finanziarie anche le organizzazioni stesse.

 

Sul fronte politico, gli Stati membri dell’UE hanno risposto dall’autunno del 2021 con tagli fiscali, misure di moderazione dei prezzi e pagamenti diretti; in totale, circa 651 miliardi di euro sono stati stanziati fino a giugno 2023. Tuttavia, oltre il 70% di queste misure non ha raggiunto i gruppi più vulnerabili con sufficiente precisione, avverte Eurodiaconia. Anche riforme dell’UE come la riforma del mercato elettrico sono socialmente accettabili solo se adeguatamente finanziate e accompagnate dal divieto di interruzioni di corrente per le persone vulnerabili.

 

Il documento chiede quindi un diritto fondamentale a un livello minimo di energia in tutta Europa, un programma coerente per la ristrutturazione degli edifici più fatiscenti e un mix equilibrato di ampie reti di sicurezza sociale e sostegno mirato. Questo è l’unico modo per evitare che la transizione ecologica diventi una trappola sociale e che la povertà energetica continui a diffondersi.