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In Europa abbiamo un grande privilegio che spesso disprezziamo: la libertà

Care ascoltatrici e ascoltatori, in quest’ultima domenica dell’anno vorrei raccontarvi di un incontro al quale ho partecipato recentemente e che mi ha profondamente colpito. Non tanto per i temi affrontati ma per le persone incontrate. A metà novembre si è tenuto a Elstal, in Germania, un seminario sul tema della libertà religiosa, organizzato dalla Conferenza delle chiese europee. Il luogo dell’incontro è già di per sé particolare. Elstal nasce nel 1936 come villaggio olimpico dei giochi di Hitler; dopo la II guerra mondiale diventa una caserma dell’esercito della Germania est. Dagli anni novanta è sede del campus teologico delle chiese battiste tedesche. Da vetrina di una dittatura feroce, a espressione di forza di un’altra dittatura, quella comunista; fino a luogo di studio della Bibbia: già questa è una storia da raccontare. Ma di storie ne ho ascoltate tante nei quattro giorni di convegno: ai tavoli dei pasti, passeggiando nei freddi prati del campus, sorseggiando un the.

C’era un pastore di Amburgo che raccontava della caduta del Muro di Berlino, 25 anni fa, e di come in quei giorni si respirasse un’aria di libertà mai sentita prima. Alla notizia del crollo era salito in automobile e aveva guidato ininterrottamente fino a Berlino, a Praga, a Budapest.

C’era chi ancora ricordava il nazismo, i nonni internati per lunghi anni, e, riflettendo sull’Europa di oggi, diceva: Certo la crisi economica è dura e la vita di molte persone è peggiorata, ma non è la guerra. Non c’è nulla che sia così crudele, bestiale ed atroce come la guerra. Quindi, diamoci tutti una calmata e curiamoci di preservare la pace nel nostro continente.

C’era poi un esponente della chiesa battista norvegese che era lì per raccontare dei cristiani in Azerbaejan, Uzbekistan e nelle altre ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale – luoghi che neppure saprei indicare su una mappa. Ci diceva come in alcuni di questi paesi la polizia irrompa durante i culti domenicali; non sia consentito stampare letteratura cristiana; e come ogni tanto, senza alcuna ragione, qualcuno sia convocato dalla polizia, interrogato e poi rilasciato, perché non ha commesso alcun crimine, ma intanto sa che è tenuto d’occhio.

Queste conversazioni mi hanno ricordato tre cose: che in Europa abbiamo un grande privilegio che spesso disprezziamo: la libertà; che nel nostro continente custodiamo un tesoro che con un niente può sfuggirci di mano: la pace; che il privilegio di un cristiano consiste nel preoccuparsi degli altri, di chi soffre. Tre pensieri che ho voluto condividere con voi alla fine di quest’anno e che, per quel che mi riguarda, certamente serberò per l’inizio del nuovo. Buona fine e buon inizio d’anno a tutti!

Foto: „Campus Elstal“ von Julia Grundmann, Öffentlichkeitsarbeit des Bundes Evangelisch-Freikirchlicher Gemeinden, Bundesmissionshaus Elstal. Original uploader was GregorHelms at de.wikipedia – Transferred from de.wikipedia; transferred to Commons by User:EvaK using CommonsHelper. (Original text : selbst erstellt von Urheberin). Lizenziert unter Gemeinfrei über Wikimedia Commons.