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Giovani ambasciatori di pace

Cinquanta giovani cristiani e musulmani da tutto il mondo hanno partecipato nei giorni scorsi all’incontro internazionale sui temi della costruzione di pace, della riconciliazione e della leadership religiosa organizzato dalla Rose Castle Foundation (antico castello al confine tra Scozia e Inghilterra, oggi luogo d’incontro e studio sul tema dei conflitti religiosi), dall’Università Al-Azhar del Cairo, dal Programma interreligioso dell’Università di Cambridge e dal Consiglio musulmano degli anziani (Muslim Council of Elders), organizzazione internazionale indipendente con sede ad Abu Dhabi finalizzata alla pacificazione fra le varie comunità islamiche.

L’incontro coinvolgeva l’Emerging Peacemakers Forum, nato nel 2016 in seguito a un incontro ad Abu Dhabi fra l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby e il Gran Imam del Cairo e dell’Università Al-Azhar, Ahmad al-Tayyeb. Un passo ulteriore sulla scia di relazioni avviate a partire dal 2002, in seguito al tragico attacco terroristico dell’11 settembre 2001.

Il Forum ha riunito per nove giorni i partecipanti tra il Churchill College di Cambridge e Lambeth Palace, la sede londinese dell’arcivescovo, dando loro la possibilità (scrive Christian Today a proposito dell’incontro) di «esplorare che cosa rende le loro fedi uniche e diverse, e intanto lavorare fianco a fianco per affrontare i conflitti al di là delle barriere di fede e cultura».

All’incontro (che è stato anche occasione di conoscenza del dialogo cristiano-islamico nel Regno Unito attraverso il Christian Muslim Forum) hanno preso parte anche due delegazioni internazionali anglicane e musulmane, con la presenza del Grande imam al-Tayyeb, di vescovi e primati di diversi paesi della Comunione anglicana quali Bangladesh, Pakistan, Terra Santa, Egitto (con il vescovo Mouneer Anis), e della vescova di Londra Sarah Mullally.

Dando il benvenuto al Gran imam di al-Azhar, Welby ha espresso le sue attese rispetto all’incontro, in cui (riporta Anglican news) «discutere su una leadership religiosa che rispetti la differenza e coloro che sono differenti, in modo che le comunità di fede possano affrontare il conflitto e aiutare le società a prosperare». Al termine, lo ha poi ringraziato per «la conversazione franca e piena di speranza avuta sul ruolo dei leader religiosi nel mondo di oggi».

Welby ha espresso la sua soddisfazione anche per quanto detto e fatto dai giovani partecipanti: «L’impatto di questi giovani è stato più forte di quanto potessimo sperare», ha detto (riporta Christian Today): «è stato ricco di idee creative e i giovani hanno dimostrato il loro profondo impegno per la pace». Nel mondo ci sono conflitti assai gravi, ha ricordato Welby, sottolineando l’importanza degli «ambasciatori di pace» dal livello della singola comunità fino a quello internazionale. Si è dimostrato fiducioso che le loro idee «possano davvero cambiare il mondo», per questo li ha esortati a «non lasciare che questo investimento di tempo ed energie venga sciupato, cominciate a organizzare oggi il modo di assimilare, approfondire, sviluppare negli anni a venire ciò che avete imparato».

Foto: L’arcivescovo di Canterbury dà il benvenuto a Lambeth Palace ai partecipanti dell’Emerging Peacemakers Forum (foto via Facebook – Archbishop of Canterbury)