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Girolamo, ‘maestro’ di esegesi avanti i tempi

Girolamo (ca. 347-419), il non religioso “monaco di Betlemme” che dedicò la propria esistenza allo studio delle Scritture, seppe mettere mano a un importante commentario, su Matteo. La versione in italiano con testo a fronte, è uscita per i tipi di Città Nuova*.

«Il Commento a Matteo è senz’altro un unicum nella produzione geronimiama: esso rappresenta, infatti, il solo commento integrale di un Vangelo cui lo Stridonense abbia mai lavorato.» L’opera, datata 398, è frutto di una richiesta fattagli dall’amico Eusebio di Cremona quale “viatico” per il viaggio da Betlemme a Roma insieme a suo fratello Paoliniano. In più, proprio nel corso del periodo pasquale; il che suscitò stupore nello stesso Girolamo: «Se ti fossi ricordato della mia risposta – puntualizza – non avresti chiesto in pochi giorni un’opera che richiede anni. Infatti in primo luogo è difficile leggere tutti coloro che scrissero sui Vangeli, in secondo luogo è anche più difficile, applicato un criterio, scegliere quali sono le fonti migliori». Quindi, promette all’amico una programmata brevità del testo, per lui, «il mezzo più efficace per veicolare il messaggio del testo commentato». Così, Girolamo si attiene ad alcuni criteri: una parafrasi del testo al fine renderlo maggiormente accessibile al lettore; un accostamento per un confronto fra versetti biblici senza sconfinare per eccesso di brevità in una “deformazione” del testo in sé e in parte una spiegazione di ogni singolo versetto. E avvisa il lettore che tale lettura deve essere contestuale.

La brevità della spiegazione del testo, però, trova un ostacolo nella lettura delle parabole. Trattandosi di similitudini, il criterio della brevità non è applicabile: la spiegazione richiede maggior spazio e la rinuncia a una spiegazione di ogni singolo versetto, «affinché per l’eccessiva sintesi i significati non siano resi più involuti invece che esposti». Dunque, questo al pari di tutti i suoi commentari sono caratterizzati da una pluralità di esegesi, in quanto l’interpretazione delle Scritture deve fondarsi su un testo corretto e autentico: è l’interpretazione storica del testo, che viene “sondata” per non fargli dire ciò che esso non dice. Quindi, «non sono rari i casi in cui Girolamo introduce nelle proprie argomentazioni questioni filologiche e preoccupazioni linguistiche» che utilizza anche per attaccare motivi e anticristiani ed eretici fin dalla Prefazione, laddove nell’abbrivio nel commentare parole lucane (1, 1-4) cita i vangeli apocrifi quali «fondamento di ogni eresia».

Quanto ai vari temi ricorrenti in tutta la sua produzione biblica, ci si può anche qui riferire al libero arbitrio dell’uomo: «Il Vangelo ci comanda quelle cose che siamo in grado di fare, cioè di non abbandonarci al desiderio, e ciò dipende dal nostro arbitrio [11, 30]». Altrettanto all’adempimento delle profezie veterotestamentarie: «Dio parla a Gerusalemme: Io ti ho piantato come vigna vera, come mai sei diventata amarezza della vite straniera? [Ger.2, 21] La vite amara produce il vino amaro che consegna al Signore Gesù [27, 34] perché si compia ciò che sta scritto: Hanno messo fiele nel mio cibo e nella mia sete mi diedero da bere aceto [Sal. 69, 21]». Né mancano allusioni al problema trinitario: «Se poi cerchi tre tende, non mettere affatto insieme i servi con il Signore. Ma fa’ tre tende, anzi una sola per il Padre, per il Figlio e per lo Spirito Santo, affinché anche nel tuo petto ci sia una sola tenda per coloro la cui divinità è una sola [17, 4]». Altro tema centrale è la storia della salvezza.

Quale ausili per la lettura, l’edizione è corredata di quattro Indici: scritturistico, degli autori antichi e medievali, degli autori moderni e dei nomi e delle cose notevoli; per eventuali approfondimenti, una ampia Bibliografia e, infine, quattro pagine di Sigle e libri della Bibbia (in latino e in italiano) e Sigle e abbreviazioni (delle opere di Girolamo e altre).

*Girolamo, Commento a Matteo, a cura di Daniela Scardia. Roma, Città Nuova, 2022, pp. 716, euro 90.00.


Foto di “Il Sistemone”:: San Girolamo, Annibale Carracci (Galleria Pamphilj, Roma)