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Razzismo e violenza contro gli africani «cinesi»

Con una dichiarazione diramata l’altro ieri, 14 aprile, la Conferenza delle chiese di tutta l’Africa ha condannato gli atteggiamenti xenofobi e discriminatori e di stampo razzista in atto in questi giorni contro gli africani residenti in Cina.

«Siamo stati informati e abbiamo potuto ascoltare testimonianze e vedere immagini che non avremmo mai voluto vedere: residenti africani a Ghangzhou sfrattati dalle loro case, residenze e hotel con maltrattamenti da parte della polizia e con il solo pretesto di controllare la possibile diffusione del Covid-19», si legge nella nota. 

«Troviamo assurda e incomprensibile la logica che muove questi atteggiamenti discriminatori. Altresì, inaccettabile la spregevole stigmatizzazione delle persone africane. Una prassi, quella dottata in questi giorni, disumana e pretestuosa, addotta tra l’altro per una malattia diagnosticata e diffusasi per la prima volta proprio in Cina, e che dunque non può essere in alcun modo imputata alle persone di origine africana».

Il comunicato stampa ricorda poi, quanto «il rispetto reciproco e a lungo termine tra la Cina e l’Africa. Un rispetto che non può essere vanificato per delle sfide interne, politiche e economiche legate alla stretta attualità – prosegue la nota –. Siamo consapevoli che che la presenza di cinesi in Africa è più alta rispetto a quella di tutte le altre nazioni, ma quando il Covid-19 ha colpito la Cina i governi africani hanno protetto i residenti cinesi presenti in terra africana dalla rabbia e dalla diffamazione, il contrario di ciò che sta accadendo ora nei nostri confronti in terra cinese».

 

Photo: Albin Hillert/WCC