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Regno Unito, 1100 leader di chiesa contro i tagli al reddito universale

L’Universal Credit, Credito Universale, è un sussidio che viene erogato a tutte le persone che vivono regolarmente nel Regno Unito e che si trovano in difficoltà economiche. Si differenzia dal reddito di cittadinanza perché si tratta di un’integrazione al reddito che può essere parziale, nel caso in cui l’interessato lavori, o totale, nel caso sia disoccupato.

Dal 6 ottobre 5,8 milioni di cittadini britannici, il 40% regolarmente occupati, perderanno parte di tale sussidio, 20 sterline a settimana, 23 euro circa, circa 90 euro al mese in meno, oltre mille euro l’anno, non proprio briciole per tante famiglie in difficoltà economiche, accentuate da pandemia e Brexit.

Sonia Hicks e Barbara Easton, rispettivamente presidente e vicepresidente della Conferenza metodista, si sono uniti a oltre 1100 leader ecclesiastici nell’esortare il governo a ripensare tali tagli.

Nella loro lettera al primo ministro, organizzata dalle associazioni Church Action on Poverty e da Christians Against Poverty, i leader della chiesa affermano:

«Se il governo persiste con questo taglio, sarebbe la più grande riduzione del reddito di sicurezza sociale da quando questo strumento è stato istituito negli anni ’40 del secolo scorso. Milioni di famiglie a basso reddito saranno di conseguenza trascinate ulteriormente nella povertà».

L’ex  vicepresidente della Chiesa metodista, Eunice Attwood, oggi presidente dell’associazione “Church at the margins” ha dichiarato:

«Tagliare 20 sterline a settimana alle famiglie che stanno semplicemente tenendo la testa fuori dall’acqua non può essere giusto.

Ogni giorno vediamo nelle chiese e nelle banche alimentari persone con un enorme potenziale, che non possono andare avanti perché la lotta semplicemente per far quadrare i conti li sta consumando. Esorto i ministri a partecipare a un progetto della chiesa e vedere la differenza di 20 sterline a settimana per alcune famiglie.

Crediamo che tutti dovrebbero essere in grado di realizzare il potenziale che Dio ha posto in loro e che dovremmo fare tutto il necessario per evitare che le persone siano trattenute nella povertà».

«Come cristiani – si legge nel testo spedito a Boris Johnson, siamo spinti dall’imperativo evangelico di dare la priorità ai bisogni dei più poveri e vulnerabili.

Come leader di chiesa non possiamo tacere, a causa dell’impatto che questo avrà sui nostri vicini più poveri e sui membri di chiesa.

Esortiamo il governo a scegliere di costruire un sistema di sicurezza sociale giusto e compassionevole in cui tutta la nostra società possa avere fiducia.

Anche prima della pandemia di Covid-19, le persone più povere nelle comunità di tutto il paese soffrivano. L’analisi della Joseph Rowntree Foundation ha mostrato che il taglio colpirà in particolare il nord dell’Inghilterra, le West Midlands, il Galles e l’Irlanda del Nord. Piuttosto che livellare i redditi del Regno Unito, questo aggraverà le disuguaglianze esistenti.

La perdita di 1.040 sterline all’anno sarà devastante per molte famiglie in un momento in cui le bollette energetiche e altri costi domestici sono in aumento. Invece possiamo assicurarci che il nostro sistema di sicurezza sociale porti stabilità e apra opzioni e opportunità per le persone il cui reddito è troppo basso o insicuro».