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Storia della cattedrale di Edimburgo che ha ospitato l’addio della Scozia alla regina

La Cattedrale di St. Giles, l’High Kirk di Edimburgo, ha vissuto uno degli eventi più memorabili dei suoi quasi 900 anni di storia con un culto di ringraziamento per la vita della defunta regina Elisabetta, il primo monarca regnante a morire in Scozia dai tempi di Giacomo V nel 1542.

Dopo il viaggio dal palazzo di Balmoral la bara della regina è rimasta per tutta la notte nella Sala del Trono della residenza reale scozzese, il Palazzo di Holyroodhouse, dove una veglia è stata tenuta dai Cappellani di Sua Maestà in Scozia, supervisionati dal Decano della Cappella Reale in Scozia, pastore David Fergusson.

Dopo l’arrivo di re Carlo III a Holyrood, il professor Fergusson, che è Regius professor of Divinity all’Università di Cambridge ed è cappellano personale della regina dal 2015, ha guidato le preghiere insieme a Neil Gardner, pastore della Canongate Kirk nella Sala del Trono e poi il corteo funebre ha iniziato il suo viaggio lungo il Royal Mile, il Miglio reale,  fino a St. Giles.

Il professor Fergusson rappresentava la Chiesa di Scozia insieme al moderatore dell’Assemblea Generale, il pastore Iain Greenshields, e al pastore Calum MacLeod, ministro di St. Giles, nella processione finale mentre la bara della regina veniva deposta nel coro della navata orientale della cattedrale.

Il pastore Calum MacLeod ha guidato il culto di ringraziamento, mentre il pastore Greenshields ha tenuto l’omelia. Dopo la funzione, la cattedrale è stata aperta al pubblico per un periodo di 24 ore per consentire alle persone di dare l’ultimo saluto alla regina prima che la sua bara parta per Londra oggi, martedì, dove nei giorni successivi si terranno i funerali di Stato nell’Abbazia di Westminster.

La funzione segna l’ultimo atto di un lungo sodalizio tra St. Giles e la regina Elisabetta, che risale ai primi giorni del suo regno.

La regina partecipò per la prima volta a St. Giles come monarca nel 1953 ad un culto di ringraziamento, appena tre settimane dopo la sua incoronazione. Fu benedetta dal Decano della Cappella Reale di Scozia e dal moderatore dell’Assemblea Generale e le furono consegnati gli Honours of Scotland, i gioielli della corona scozzese. L’occasione fu raffigurata dall’artista Sir Stanley Cursiter in un dipinto che ora è appeso a Holyrood Palace.

La Cattedrale di Giles ospita anche la Thistle Chapel, sede del più alto ordine cavalleresco scozzese, l’Ordine del Cardo, inaugurato dal nonno della Regina, re Giorgio V, nel 1911.

In qualità di Sovrana dell’Ordine, la regina assisteva all’insediamento dei nuovi cavalieri quando venivano nominati. 

La chiesa di St. Giles ha avuto un ruolo importante nella storia della Scozia fin dalla sua fondazione, avvenuta intorno al 1124 ad opera del re Alessandro I o di suo fratello Davide I.

Fu determinante per il passaggio della Scozia al presbiterianesimo come chiesa di John Knox, anche se i tentativi di re Carlo I di costringere la chiesa a usare il Book of Common Prayer della Chiesa d’Inghilterra portarono a una sommossa nella chiesa che portò alla firma del Patto Nazionale e al primo conflitto in quella che divenne la Guerra dei Tre Regni.

Un legame con la famiglia reale più positivo si ebbe a partire dalla visita di re Giorgio IV nel 1822. La visita del primo monarca regnante dopo quasi quasi 200 anni attirò l’attenzione sulle cattive condizioni dell’edificio, dando luogo a un programma di restauro che ne ha garantito la sopravvivenza nel XXI secolo e la continuità del rapporto con la famiglia reale.

A differenza della Chiesa d’Inghilterra, che riconosce il monarca regnante come governatore supremo, la Chiesa di Scozia è una denominazione presbiteriana che, nella sua forma di governo ecclesiastico, mantiene una più rigida separazione tra Chiesa e Stato. Il monarca regnante partecipa alle funzioni della Chiesa di Scozia come membro ordinario, mentre compare all’Assemblea Generale di persona o tramite un Lord High Commissioner nominato come ospite d’onore. Tuttavia, ogni nuovo monarca giura di proteggere e sostenere la religione protestante al momento della sua ascesa al trono, come ha fatto re Carlo sabato dopo la proclamazione ufficiale.

La defunta regina ha parlato spesso del suo rispetto e del suo affetto per la Chiesa di Scozia.

Ha partecipato all’Assemblea Generale della Kirk nel 1969 e più recentemente nel 2002, dove ha parlato di quanto apprezzasse lo stretto legame della famiglia reale con la Chiesa di Scozia.

«Penso in particolare alla mia bisnonna, la regina Vittoria, che era devota alla Kirk, non da ultimo per il suo cristianesimo diretto e pratico. Questa caratteristica della Chiesa di Scozia ha avuto un’influenza speciale anche sulla mia fede», ha detto.