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Striscia di Gaza, gli organismi ecumenici chiedono il cessate il fuoco

«Con profonda preoccupazione per le ultime ostilità nella Striscia di Gaza», il Consiglio Ecumenico delle Chiese (Cec), il Consiglio per le Chiese del Medio Oriente (Mecc) e l’organizzazione Act Alliance «esprimono la loro convinzione che l’attuale situazione nella Striscia di Gaza sia moralmente ed eticamente insostenibile. Offriamo le nostre sentite condoglianze a tutte le vittime delle recente intensa ondata di violenza, uccise e ferite, e alle loro famiglie».

L’intervento degli organismi ecumenici è un appello alla fine delle tensioni e dei lutti in Medio Oriente:

«Tutte le parti in conflitto devono far fronte alle proprie responsabilità morali e legali. È imperativo che tutti cerchino modi per proteggere la popolazione civile, in particolare donne e bambini, da ricorrenti scontri militari che possono solo esacerbare una situazione già tesa e accentuare la crisi umanitaria in corso. Questo auspicio è particolarmente rivolto a coloro che dispongono dei mezzi più potenti e distruttivi affinché esercitino la più alta responsabilità nell’ evitare ulteriori catastrofi per le persone sofferenti di Gaza.

I quasi due milioni di abitanti della Striscia di Gaza vivono sotto uno stato di assedio permanente, con i loro fondamentali diritti umani, economici, sociali e politici negati. Le comunità intorno al confine di Gaza sperimentano le ricorrenti ostilità con serie ripercussioni sullo svolgimento pacifico della loro vita quotidiana.

Affermiamo che tutte le persone sono create a immagine di Dio. Siamo tutti chiamati a rispettare e proteggere la dignità umana e i diritti di tutti.

Crediamo che l’opzione militare non sarà mai utile a una risoluzione duratura e giusta del conflitto di vecchia data. Invitiamo tutte le parti a lavorare per la fine degli scontri ricorrenti e per una pace giusta che garantisca a tutti di vivere in una coesistenza pacifica.

Cec, Mecc e Act Alliance chiedono alle loro chiese, organizzazioni e partner membri di pregare per la fine di questa violenza distruttiva e di sofferenze inconcepibili e di aumentare il loro sostegno e gli sforzi per una giusta pace e dignità umana in Palestina e Israele».

 

Foto: Albin Hillert/World Council of Churches